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Torniamo ad alzare la voce!

«Una Finanziaria iniqua che colpirà solo i più deboli»: è questo il senso del comunicato diffuso da "I diritti alzano la voce", campagna lanciata nello scorso mese di febbraio, con l'adesione di venticinque organizzazioni del volontariato e del Terzo Settore italiani, che ora torna appunto ad "alzare la voce" di fronte alla Manovra Finanziaria Correttiva. «Giusto "fare sacrifici"-si dichiara - ma perché la politica, gli evasori e coloro che vivono di rendita ne escono quasi indenni?»
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ai tempi della presentazione della Social Card«La Legge Finanziaria approvata in Consiglio dei Ministri [Decreto Legge n. 78, N.d.R.] è fortemente iniqua e avrà conseguenze gravissime per i soggetti più deboli». Lo si legge in una nota ufficiale prodotta da I diritti alzano la voce, campagna lanciata nel febbraio di quest'anno, con l'adesione di venticinque organizzazioni del volontariato e del Terzo Settore italiani, tra cui quella della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) (in calce a questo articolo l'elenco completo).
I vari promotori dei Diritti alzano la voce, infatti, si dichiarano«consapevoli della situazione che si è venuta a creare a livello internazionale, ma ritengono assurdo e ingiusto che a una crisi causata dal collasso di un mercato viziato da speculatori e banchieri senza scrupoli, si risponda con un taglio dei costi indiscriminato, che saranno proprio le persone maggiormente a rischio di esclusione a pagare».«Invece di fornire risposte adeguate a chi ha perso il lavoro, a chi vive sotto la soglia di povertà, alle persone non autosufficienti o con disabilità, il Governo - continua il comunicato - ha deciso una drastica riduzione delle risorse indirizzate alle Regioni e agli Enti Locali, che si tradurrà in tagli ai servizi sociali, alla cultura e al diritto allo studio, alla mobilità e alla salute. La Manovra, dunque, "mette le mani nelle tasche degli italiani", togliendo soprattutto a chi meno guadagna; lascia invece quasi inalterati i "costi della politica", non mette in campo alcuno sforzo serio contro l'evasione fiscale (il recupero di 8 miliardi di euro è del tutto aleatorio rispetto alle misure previste, ed è comunque ben lontano dai 120 miliardi di evasione complessiva stimati), taglia la spesa sanitaria senza incidere su quella militare, non tocca chi vive di rendita. Insomma, pagano i "soliti noti", i più indifesi, come risulta evidente dall’attacco ai cosiddetti "falsi invalidi", facili capri espiatori. L’innalzamento della percentuale di invalidità colpirà, inoltre, anche coloro che vivono in situazioni di grave marginalità - persone senza dimora o tossicodipendenti - la cui sofferenza è aggravata da patologie fisiche e psichiche». Ci si riferisce naturalmente all'innalzamento della soglia di invalidità dal 74 all'85%, per poter percepire l'assegno mensile di assistenza (sullo specifico problema delle persone senza dimora o tossicodipendenti, segnaliamo anche, sempre nel nostro sito, il testo raggiungibile cliccando qui).«La Campagna I diritti alzano la voce - prosegue poi la nota - ritiene invece che la crisi innescata da un sistema finanziario lasciato del tutto sregolato e che ha vissuto, esso sì, al di sopra dei propri mezzi e di ogni limite, debba essere l'occasione per rivedere i princìpi che regolano la vita economica e il rapporto tra politica ed economia». In tal senso, «la Finanziaria avrebbe dovuto esprimere una nuova visione dello sviluppo, che avrebbe potuto trovare una prima espressione, ad avviso nostro e di altri soggetti del Terzo Settore, in questi provvedimenti: aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dall’attuale, scandaloso, 12,5% al 23%, introduzione di una tassa patrimoniale e della carbon tax; ripristino integrale delle misure contro l’evasione fiscale a suo tempo introdotte dal Governo Prodi; riduzione delle spese militari; abbattimento degli stanziamenti per le cosiddette "Grandi Opere" (che non producono sviluppo per la collettività, ma costi esagerati a beneficio di pochi e illeciti di varia natura), per finanziare così un piano di ammortizzatori sociali strutturali, un forte sostegno ai redditi più colpiti dalla crisi, servizi sociali più adeguati, investimenti in educazione e in tecnologie "verdi"».L'auspicio finale, dunque, è che il Parlamento voglia rendere «più equa una manovra che rischia di aumentare diseguaglianze economiche già superiori a quelle di quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale e di condannare tanti cittadini e famiglie ad anni durissimi, senza avere - loro - alcuna responsabilità da farsi perdonare». (S.B.) fonte Superando.it

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